Leggenda narra che Carlo Magno in persona fondò questo monastero. Immersa in uno scenario naturale ricco di boschi, di acque e di anfratti utilizzati dai monaci come romitori, San Liberatore a Majella, con il suo campanile quadrato, si staglia nel verde. È tra le più belle e più antiche abbazie d'Abruzzo.
La chiesa benedettina, rimasta allo stato rudere per tutto l'Ottocento rappresenta uno dei più significativi esempi di architettura medievale della regione. Nel passato l'edificio faceva parte di un vasto complesso abbaziale alle dipendenze dell'abbazia di Montecassino.
L'interno a tre navate è sobrio e solenne, la soffittatura è stata ricostruita con capriate lignee a vista, in sostituzione dell'originario soffitto cassettonato. Sul pavimento è impreziosito da una rara e bella composizione geometrica policroma databile intorno al 1200, mentre gli affreschi che ornavano il catino dell'abside, un tempo uniti, oggi sono ammirabili separatamente dopo l'ultimo restauro. L'ambone si presenta a cassa di forma quadrata e presenta notevoli somiglianze con quello dell'Abbazia di San Clemente a Casauria e di San Pelino a Corfinio.
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