L'Eremo fu l'ultimo fatto costruire da Pietro da Morrone dopo il 1290; nel 1293 vi trascorse poco più di un anno fino al giorno in cui i cinque legati del conclave non vi salirono per portargli l'annuncio dell'elezione a pontefice.
Secondo la tradizione Celestino V vi celebrò la Messa in abiti pontificali prima di recarsi a Napoli.
Dopo la rinuncia al papato Pietro tornò al suo eremo, ma per poco tempo.
Un lungo terrazzo dà accesso al complesso, restaurato dopo l'ultima guerra.
Proseguendo nella visita dell'Eremo, si possono ancora ammirare le cellette scavate nella roccia dove dimoravano Pietro e l'allievo prediletto, Frà Roberto da Salle.
Merita importanza la grotta situata sotto l'Eremo dove è possibile osservare il rito dello strofinamento sulle pareti della grotta. I fedeli infatti usano strofinarsi contro la nuda roccia resa umida dall'acqua che vi sgorga (quella dove avrebbe dormito il santo e che ne conserverebbe l'impronta del corpo), per ottenere guarigione alle malattie reumatiche. Qui giungono, tra l'altro, i pellegrinaggi del 19 maggio, festività di san Pietro Celestino e del 12 giugno, ricorrenza di sant'Onofrio. L'acqua che sgorga dalle rocce, ritenuta benedetta, viene raccolta in bottiglie dai fedeli.
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